Storia

Torino Esposizioni è un complesso fieristico della città di Torino situato in corso Massimo d’Azeglio, nel quartiere San Salvario, ai margini dello storico Parco del Valentino.

Il Parco del Valentino

Il Parco del Valentino viene realizzato nel 1633, con i suoi giardini oggi scomparsi, come parco annesso alla residenza sabauda suburbana del Valentino sulla sponda del Po. A partire dal 1856 i giardini si trasformano in un grande parco pubblico e fluviale. Nell’evoluzione storica del giardino pubblico, fondamentali risultano il fattore estetico-compositivo del complesso, il suo stretto legame con l’organizzazione urbanistica della città, l’uso sociale del complesso.

Lo spazio del Parco del Valentino diviene, dalla metà del XIX secolo, sede privilegiata di Esposizioni Nazionali ed Internazionali. In occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884, è realizzato il Borgo Medievale su progetto di Alfredo D’Andrade. L’Esposizione Generale Italiana del 1898 lascia in eredità la fontana del Dodici mesi disegnata da Carlo Ceppi.

Nel 1902 è inaugurata la prima Esposizione Internazionale delle Arti Decorative Moderne, che presenta al pubblico italiano ed europeo il meglio della produzione internazionale nell’ambito dell’architettura, dell’arredamento e delle arti applicate. L’evento, guidato da un gruppo di artisti torinesi, tra cui Pietro Fenoglio, Gottardo Gussoni e Raimondo D’Aronco, rappresenta il culmine del successo del Liberty italiano e torinese.

Atlante di Torino – Esposizione del 1902

L’Esposizione Internazionale dell’Industria e del Lavoro di Torino del 1911, per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, è dedicata al progresso industriale e manifatturiero. La progettazione è affidata agli architetti Pietro Fenoglio, Stefano Molli e Giacomo Salvatori di Wiesenhoff.

Atlante di Torino – Esposizione Internazionale del 1911

Il Complesso di Torino Esposizioni

La forma del complesso di Torino Esposizioni incomincia a configurarsi a partire dal progetto del “Palazzo della Moda” di Ettore Sottsass nel 1938, vincitore dell’appalto indetto dall’amministrazione comunale per dotare la città di una sede per le mostre di moda. Il complesso inizialmente si compone di quattro edifici disposti attorno a un giardino rettangolare (il “Giardino delle Danze”. Sul lato nord è presente l’ingresso principale con un ampio porticato a tutta altezza in vetrocemento, mentre accanto è situato un volume cilindrico vetrato che ospita un ristorante (oggi “La Rotonda“). Nella manica affacciata su corso Massimo d’Azeglio trova invece sede il Teatro Nuovo composto da una sala interna e una all’aperto.

Durante la guerra il complesso subisce ingenti danneggiamenti a causa dei bombardamenti. Nell’immediato dopoguerra, il palazzo viene ceduto in uso dalla città all’Ente Torino Esposizioni, a maggioranza Fiat, che si occupa della ricostruzione per realizzare una vetrina per l’industria automobilistica torinese: il padiglione centrale viene sostituito da un salone absidato, su progetto di Carlo Biscaretti di Ruffia e coperto dalla sottile struttura autoportante in voltini prefabbricati disegnata dall’ ingegner Pier Luigi Nervi dell’impresa Nervi & Bartolli. Con un cantiere record di soli 9 mesi, Pier Luigi Nervi mette in opera la più grande costruzione in ferrocemento al mondo. Annunciato come “il più bel palazzo che l’Italia abbia mai costruito”, Torino Esposizioni viene inaugurato nel 1948 al XXXI Salone dell’Automobile.

Nel 1950 l’ente Torino Esposizioni decide di ampliare gli spazi espositivi del palazzo, affidando sempre a Nervi l’aggiunta di un nuovo grande padiglione (chiamato Padiglione 3 o Salone C o Palazzo del Ghiaccio) che si sviluppa sul lato destro di via Petrarca, nell’area prima occupata dalla cavea all’aperto del teatro. Il nuovo Salone è caratterizzato da una volta a vela nervata, poggiante su quattro arconi. I solai delle gallerie perimetrali alla copertura a padiglione sono realizzati con travi ondulate in ferrocemento e costituiscono un irrigidimento lungo il perimetro della copertura.

A partire dal 1953 la struttura subsce ulteriori trasformazioni del Padiglione centrale, completandone l’allungamento a copertura del giardino interno, opera di Pier Luigi Nervi. Il progetto prevede anche una torre uffici in struttura metallica sul fronte principale, in sostituzione alla manica sopraelevata e al ristorante circolare, ma a seguito della scomparsa di Sottsass, l’impresa Nervi e Bartoli mette in opera la sola estensione del Salone B, dedicato a Giovanni Agnelli.

La volta del Padiglione 2 (chiamato anche Salone B o Padiglione Agnelli) è data da archi solidarizzati, ciascuno costituito da 13 elementi prefabbricati in ferrocemento, sollevati e montati con un sistema di ponteggi mobili. Il sistema dei conci ad onda prefabbricati (con finestre incorporate) e dei ponteggi, così come quello della copertura a semicupola della parte absidata, ottenuta con getti di cemento effettuati tra più di 300 forme a losanga anch’esse in ferrocemento e anch’esse prodotte in cantiere, sono brevettati dallo stesso Pier Luigi Nervi. Il senso di profondità di questo spazio è accentuato da enormi ventagli, anch’essi in ferrocemento, che raccordano 3 a 3 gli archi a ciascun pilastro.


Viene poi realizzato, su una vicina area del Complesso, un vasto salone ipogeo a volta tesa a opera di Riccardo Morandi.

Torino Esposizioni viene intensamente utilizzato nel corso degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, diventando sede del Salone dell’Automobile di Torino e di numerosi altri eventi fieristici.

1969 The Italian job – scena dentro Torino Esposizioni

Il Padiglione 3B viene realizzato negli anni successivi al 1960, come espansione del Complesso espositivo e in prosecuzione del Padiglione 3, espressione di una ulteriore occupazione del parco retrostante. Il Padiglione presenta una struttura metallica che si
sviluppa su un solo piano e l’accesso avviene mediante tre gradinate poggianti su terrapieno.

Dal 1989 l’attività fieristica viene trasferita al Lingotto; parte della struttura (Padiglione 1) viene usata come sede didattica dell’Università degli Studi di Torino e un’altra parte del complesso (Padiglione 3) è impiegata fino al 2001 come palaghiaccio.

In occasione dei XX Giochi Olimpici invernali del 2006, il Padiglione 2 è ristrutturato per ospitare un impianto di hockey su ghiaccio. Il principale intervento intrapreso in questa occasione è l’inserimento dell’impianto di climatizzazione, per far fronte alle esigenze temporanee degli sport invernali e per consentire future esposizioni permanenti, in quanto le condizioni climatiche estive interne precedenti erano inaccettabili.

In occasione di questi lavori di restauro, viene eseguito un esteso programma di valutazione strutturale, ispezione e prove non distruttive sul calcestruzzo strutturale, che dimostrano la correttezza della concezione strutturale del progetto originario e una qualità molto elevata di conservazione degli elementi inferrocemento.

Il Padiglione successivamente viene utilizzato come ampliamento della Galleria d’Arte Moderna di Torino, e ospita, fino al 2011, la collezione del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino in fase di ristrutturazione. 

Per gli sviluppi degli anni più recenti clicca qui:

Link Utili

Pier Luigi Nervi Project

MuseoTorino, Palazzo della Moda

MuseoTorino, Saloni B e C

Progetto Keep it Modern – Getty Foundation